In Valle Pellice, provincia di Torino quasi al confine con la Francia, ha sede RBE, acronimo di Radio Beckwith Evangelica, emittente comunitaria espressione della Chiesa Valdese.
Valdesi e metodisti sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese nate dalla Riforma del XVI secolo: protestanti o evangeliche. I valdesi sono presenti in Italia sin dal Medioevo e dalla seconda metà dell’800 la Chiesa si è allargata dapprima a livello nazionale, poi anche altrove, in particolare in Sud America.
In breve, come si è arrivati alla RBE di oggi?
«Radio Beckwith Evangelica – ha spiegato Matteo Scali, che coordina la redazione e diverse attività – nasce nei primi anni ’80 da un gruppo di giovani di Torre Pellice che costituiscono un’associazione culturale che ancora oggi è titolare dell’emittente. Nel frattempo il progetto è cresciuto e da radio locale comunitaria diffusa in FM qui in valle abbraccia ora il bacino semi-regionale di Torino, Cuneo e del Piemonte occidentale con il DAB+ ma anche col canale TV sul digitale terrestre, e raggiunge tra le altre cose le comunità valdesi ovunque con l’audio e il video su Internet, in streaming e on demand. Nel 2024 la radio compirà 40 anni».
Come si sviluppa la parte tecnologica?
Michele Comba di Vibes (Video Beckwith Studio): «Nel 2018 è nato Vibes, che oggi gestisce tra le altre cose la parte visual di RBE e RBE-TV. Nel tempo sono entrati nel gruppo di lavoro alcuni tecnici video e RBE ha perfezionato la comunicazione con l’immagine e l’utilizzo dei social».
«Nell’ambito della crescita tecnologica di RBE – prosegue Comba – nel 2019 c’è stato un altro cambiamento strutturale con il passaggio della programmazione e dell’emissione dei programmi su GSelector e Zetta. In tempi più recenti abbiamo aggiunto il plugin Visual Zetta con cui, in alcune fasce orarie, trasmettiamo in contemporanea i programmi radiofonici e televisivi, sincronizzando la TV al palinsesto radiofonico».
RBE utilizza una serie di mezzi, audio e video, con coperture territoriali differenti, ma anche il prodotto editoriale è piuttosto articolato, dovendo unire la missione di servizio alla Chiesa Valdese a quello di informazione locale per le valli coperte in FM, a contenuti di interesse regionale e anche internazionale…
Come riuscite a conciliare tutto ciò?
«È una costante ricerca di equilibrio e soluzioni ad hoc e stiamo sempre più affinando la nostra offerta, declinandola sui vari canali, live e on demand – spiega Matteo Scali – per raggiungere pubblici diversi e spesso complementari»
Quali sono i contenuti più importanti e quali hanno il maggior ascolto?
Scali: «Come radio e tv siamo espressione di comunità di ascolto differenti. Sicuramente i programmi più ascoltati e importanti sono quelli legati alla riflessione nelle chiese protestanti italiane e quelli che raccontano il territorio da cui la radio trasmette».
Com’è organizzata la vostra struttura? Competenze, ambienti, tecnologia…
«Giornalisti, speaker, autori, collaborano attivamente con tecnici audio e video nella strutturazione dei format e delle puntate per creare un contenuto coerente – prosegue Comba –. Siamo organizzati a gruppi di lavoro e sviluppiamo i diversi format a seconda delle competenze necessarie, tenendo conto sia della dimensione radiofonica che di quella televisiva e ibridando i linguaggi».
E il software di RCS come è integrato nel flusso di lavoro? Come vi è di aiuto?
Comba: «Il software RCS è un tassello importante di questo meccanismo perché è capace di adattarsi alle diverse esigenze e ci permette di sperimentare una programmazione efficace, che guardi ad innovare ciò che facciamo».
Ma dove saranno indirizzati i prossimi impegni per far crescere ulteriormente RBE?
Quali sono i prossimi sviluppi?
«Sicuramente continueremo a sperimentare nuovi linguaggi e format, ibridando audio e video e cercando al contempo di sviluppare il ruolo di radio comunitaria come player di cultura ed informazione per il territorio, attraverso la realizzazione di programmi e progetti culturali e sociali», conclude Matteo Scali.